Lilli e il vagabondo REDUX

Che succede, Johnny Caro?

Solo per voi arriva la versione DIRECTOR’S CUT REDUX di Lilli e il vagabondo!

Nel 1955 Clyde Geronimi, Wilfred Jackson e Hamilton Luske diressero il 15° classico Disney (secondo il canone ufficiale – se volete sapere che cosa diavolo sia, guardate Wikipedia), che portava il titolo di “Lady and the Tramp”, primo cartone animato realizzato con il metodo CinemaScope. Un fottuto capolavoro, uno dei paradigmi del genere.

Fin qui, nulla di nuovo.

Bene, la cosa strana è che, tredici anni dopo, i tre registi ne scrissero una versione riveduta, per gli spettatori più cresciuti, da realizzare in forma di vero e proprio blockbuster movie, con attori in carne e ossa, trucchi, scenografia, effetti speciali. Di fronte alla loro proposta, i pezzi grossi della Buena Vista alzarono il medio. Uno dei registi, Luske, non riuscì a sopportare il gran rifiuto e morì di crepacuore a soli 64 anni. Gli altri due caddero in un buio periodo di depressione (aggravata dalla precoce scomparsa di Walt Disney), ma si ripresero dopo la visione de “Gli Aristogatti” nel 1970.

Torniamo ai giorni nostri.

La settimana scorsa, mi trovavo a Los Angeles, California, per questioni di lavoro. Avendo portato a termine il mio compito con due giorni di anticipo, il mio caro amico Doug mi portò a vedere il quartier generale della Buena Vista a Burbank, California e, per puro caso, nel mezzo della visita guidata (in America organizzano moltissime visite guidate all’interno di uffici amministrativi), guardai nelle profondità di un contenitore per la raccolta differenziata della carta. Vi trovai una lattina di una nota bevanda analcolica con effetti stupefacenti. Indignato per l’irresponsabilità di colui che aveva sfanculato con un solo gesto tutti i pochi tentativi dell’umanità di rimediare ai propri crimini perpetrati contro la Natura, estrassi la lattina dalla pattumiera. Al di sotto del cilindro di alluminio, scoprii uno strano documento, intitolato “Lady and the Tramp – Director’s cut”. Era imbevuto dalla suddetta bevanda analcolica e, di conseguenza, difficilmente decifrabile. Maledissi nuovamente il criminale ecoinsostenibile, ma conservai il documento.

Il giorno dopo, l’ultimo a mia disposizione in California, mi recai (a bordo di un jet privato) a Berkeley, California, dove ha sede la University of California. Il rettore, Robert Birgenau, è un mio caro amico. Gli avevo prennunciato la mia visita con una mail e non fui troppo sorpreso di ricevere una manifestazione di benvenuto da parte di gran parte dei professori del campus. Per fare piacere a questi fanatici della conoscenza, pronunciai a gran voce il motto dei Golden Bears: “Fiat lux!”.

Tutti si congratularono amenamente.

La mia visita aveva uno scopo ben preciso: utilizzare le avanzate apparecchiature dell’ateneo californiano per realizzare una spettroscopia Auger sul documento illeggibile della Buena Vista. La AES (Auger Electron Spectroscopy) avrebbe penetrato il sottile strato di bevanda analcolica che ricopriva i fogli, indicando dove era presente inchiostro e dove no. Con un complesso lavoro di rielaborazione digitale, facendo i dovuti scongiuri, entro sera avrei ottenuto la “radiografia”della sceneggiatura perduta.

E così fu.

Ora ve ne fornisco alcuni estratti. Sono assai sorprendenti, perchè avevano previsto l’esistenza di persone famose non ancora concepite nel 1968, indovinando nomi e professioni. Non mi sono posto troppe domande a proposito.

Inoltre, nella traduzione, ho cambiato leggermente i nomi dei personaggi della storia (Lilli è diventato Lilly, Gianni Caro è diventato Johnny Caro, Biagio e Tesoro sono rimasti Biagio e Tesoro), in modo che la Buena Vista non mi possa fare causa. In realtà, può benissimo farlo, ma io sono una persona rispettata negli USA. Qui, invece, non mi conosce nessuno.

Uffa.

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4 risposte a Lilli e il vagabondo REDUX

  1. VegetableMan ha detto:

     Secondo me non tutte le cose che racconti sono successe veramente!

  2. Tonyo ha detto:

    In effetti, "Doug" è un nome fittizio. Il mio caro amico, che mi accompagnò nella visita alla Buena Vista, ha voluto mantenere segreto il proprio nome per questioni di privacy (in particolare, l’FBI non deve assolutamente sapere dove si trovava "Doug" quel giorno). Per il resto, ogni cosa scritta è più vera della Veritas stessa.
    Al di là di questo, come ti sembra la sceneggiatura? Tenendo presente la data in cui è stata scritta, direi che sia incredibilmente innovativa. Ovvio che al giorno d’oggi, non farebbe più impressione, ma pensa se avessero realizzato il film.
    Non sorprende che i dirigenti della Buena Vista non ne abbiano avuto il coraggio.

  3. utente anonimo ha detto:

    Che sagoma quel "Doug"!
    Mia nonna se lo ricorda ancora.

    Alla fine l’Auger è stata una buona mossa, ho sentito che Bob premeva per l’UPS, un pallino che ha da sempre d’altra parte.

    Quando passi da queste parti fatti sentire.

    T. 

  4. Tonyo ha detto:

    Ma sì, Bob dice sempre di fare l’UPS, qualsiasi sia il problema da risolvere! E’ proprio matto!

    Saluta tua nonna da parte di "Doug". E anche da parte mia, ovviamente.

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