La pace

Nel XXI secolo i settori di ricerca di tutto ciò che gli umani chiamavano scienza diventarono talmente numerosi e ramificati da poter essere descritti in modo semi-decente dalla teoria dei frattali. C’erano grossi problemi, a dire il vero. Al contrario di un frattale, che è una struttura geometrica autosomigliante, quindi quando ingrandisci un pezzettino del frattale sai esattamente cosa aspettarti, i rami della ricerca avevano strutture simili ma non perfettamente identiche. Più che altro, nessun essere umano era in grado di conoscere la struttura anche non troppo profonda di un campo diverso dal suo. Anzi, fatta eccezione di pochi cervelloni, la maggior parte delle persone non aveva idea di quello che stava facendo perfino il collega dell’ufficio a fianco. Si parla di scienza, certo, ma anche moltissimi impieghi del settore terziario avevano sviluppato un linguaggio tecnico ultra-esoterico, per non parlare degli avvocati o dei commercialisti, il cui principale compito era tradurre gli articoli legislativi in un linguaggio comprensibile ai non addetti ai lavori, ma anche ai soci, collaboratori e assistenti che avevano scelto un indirizzo diverso dal loro alle medie. Già, alle medie, perché le nozioni necessarie a diventare competenti in una qualsivoglia materia (a parte quelle umanistiche che erano diventate un po’ passé), dall’agricoltura alla robotica, erano talmente tante che scegliere cosa fare da grandi era diventato un obbligo da soddisfare piuttosto celermente. Questo nonostante le aspettative di vita per una donna ricca (non esistevano più i benestanti di inizio secolo), nel 2080, sfiorassero i 110 anni e l’età pensionabile fosse slittata ad 85. Certo, potevi anche sbagliare, accorgerti di aver fatto una cazzata: a 12 anni ti piacevano i numeri e i polinomi, poi è arrivata la geometria differenziale e qualcosa dentro di te ha ceduto. Certo potevi dire ho sbagliato, minchia, errare humanum est, posso ricominciare? I tuoi istruttori, il più delle volte dei computer con braccia meccaniche, cominciavano educatamente a sbellicarsi e a prenderti per il culo. Perché sì, ti era consentito mollare, ma poi saresti arrivato terribilmente in ritardo nel favoloso mondo del lavoro, pur supponendo che la tua seconda scelta fosse azzeccata, e sai com’è, i posti disponibili diminuivano col passare dei millisecondi, i posti di lavoro remunerati, intendo. Il tuo destino diventava il lavoro manuale più infimo, la bassa manovalanza, lo spazzino. Lavori non retribuiti a parte il vitto e l’alloggio, se ti andava bene. Certo i robot erano stati inventati, ma perché spendere dei soldi (tanti soldi dato che i semiconduttori stavano esaurendosi) per fargli fare lavori di merda come pulire le strade, lavare i cessi, trapanare, martellare, spalmare calcestruzzo, eccetera, quando c’erano milioni di persone disposte a farlo per un pezzo di “pane” (il “pane” non era il pane di inizio secolo, era un succedaneo insapore e stantio, contenente non si sa bene cosa, ma certamente non carboidrati) e un goccio di Acqua® (proprietà della Google Cola Company).  Tra l’altro, questo approccio economico-sociale nei confronti dei lavori umili era anche una delle strategie più sicure per mantenere stabile il livello della popolazione mondiale, che, senza i decessi sul lavoro, i morti di inedia, le epidemie ad hoc e la distribuzione gratuita di contraccettivi (l’unico prodotto veramente gratuito offerto dai sovrani), sarebbe schizzata oltre il limite sostenibile di 12 miliardi.
I pochi che avevano i soldi, li avevano tutti, ma questa non era una novità. Se i tuoi potevano permettersi di mandarti a scuola, ti conveniva fare la scelta giusta alle medie, passare gli esami più veloce della luce, odiare i tuoi compagni e prevalere, vincere, trionfare, sbaragliare la concorrenza anche a nascondino, altrimenti, oltre a rimetterci in prima persona, avresti mandato in vacca tutti gli sforzi dei tuoi. Anche questo non era una novità, ma la competizione era estremizzata ad infinitum, come anche l’ansia e lo stress e la voglia di uccidere o di uccidersi. I rimedi psicologici, psichiatrici e meditativi/zen costituivano a loro volta un formicaio di specializzazioni non comunicanti.
La scienza era in trionfo. Un trionfo moderato dall’impossibilità di unificare il tutto. Non perché le varie teorie fossero sempre inconsistenti fra loro, ma semplicemente perché nessuno conosceva nulla all’infuori di una branca infinitesima della periferia di un modello laterale che costituiva una propaggine di un modello più generale, il quale a sua volta era una delle tre rappresentazioni della teoria di Stronzeinberg, dove Stronzeinberg era un premio Nobel mezzo americano mezzo tedesco che più di 50 anni prima aveva avuto un’idea del tutto assurda espressa da una formula esteticamente ineccepibile e che di conseguenza doveva essere vera o quantomeno interessante per forza. Un paio di anni dopo, lo stesso Stronzeinberg aveva perso di vista la situazione e non era in grado di spiegare i risultati ottenuti dalla foga positivista dei suoi colleghi che si erano gettati sulla sua formula come se fosse stata la cosa più sexy dell’universo. Né tantomeno i suoi colleghi avevano idea se le proprie scoperte non fossero già state pubblicate da altri, perché provate voi a leggervi 213 riviste settimanali specializzate solo per scoprire che ve l’hanno buttato nel retro un istante prima del completamento dell’articolo che avrebbe dovuto incoronarvi come Scienziato dell’anno. Spesso era una soddisfazione vedere che la scoperta a voi rubata veniva archiviata con un chissene dai 15 esperti mondiali di riferimento. Con questi ritmi, le ricerche sperimentali vennero brutalmente tralasciate in favore di speculazioni puramente teoriche. Perfino in ingegneria si progettavano motori nuovi all’azoto e si avviava la produzione senza nemmeno un prototipo. O la andava o la spaccava: nella teoria funzionava, perché in pratica no?
Fatto sta che alla fine degli anni ’80 il malcontento era generale. C’era troppo sparpagliamento, troppa dispersione: i risultati arrivavano, le nuove invenzioni riempivano gli scaffali dei supermarket online, ma tutti avevano il dubbio che continuando così non si sarebbe giunti da nessuna parte. Si sarebbero ottenute scoperte sempre più irrilevanti e inutili al fine della vita dell’uomo. Non si era ancora capito il funzionamento del cervello, la nascita della vita, la natura dell’atto di misura, l’esistenza degli alieni; cose che non avrebbero dovuto essere nell’interesse di nessuno, se non ci fosse stato il sospetto che, senza quelle informazioni, l’umanità non avrebbe fatto significativi passi avanti. Quasi al 100%, la risposta a quelle domande sarebbe stata così complicata che nessuno avrebbe potuto dire sì, cazzo, hai ragione! oppure no, merda, hai torto! Ma magari poteva dare il via ad una scienza democratica (parola strana che la gente comune sentiva di continuo senza associarle alcun significato), portare una novità nei dialoghi delle persone, che ormai non riuscivano ad esprimere alcun concetto non professionale senza utilizzare uno slogan pubblicitario o una frase di un film o una trita espressione giornalistica. Non era solo una questione di ignoranza, ma di calcolo combinatorio: le possibili combinazioni di parole per esprimere un determinato pensiero sono un numero finito. Anche con l’aiuto di grandi quantità di neologismi, non si poteva fare granché per esprimere i propri banali sentimenti alla persona amata (sì l’amore esisteva ancora, sebbene fosse stato inserito tra i significati della parola google, indeclinabile) o per ringraziare qualcuno o per raccontare la propria tristezza (l’uso della parola tristezza e simili era spesso associato al narcisismo, all’incompetenza, al fallimento, all’intellettualismo dei giornalisti più egotici). Le frasi ti amo o ti google erano diventate intollerabili per tutti, ricchi o poveri: la gente era annoiata dalla sciattezza del proprio linguaggio. O, per meglio dire, era delusa dalla propria mancanza di inventiva, di originalità. L’originalità era un concetto dei bei tempi andati.
Ad ogni modo, nel 2085 un neurologo (Katzinskij), un logico (Ballau) e un ingegnere informatico (Merdenberg), che frequentavano la stessa sala scommesse online, decisero di dare vita ad uno dei progetti più emozionanti mai intrapresi sul pianeta Terra. Dopo avere impiegato un paio d’anni ad uniformare i propri linguaggi scientifici, K-B-M realizzarono in 6 mesi un’apparecchiatura ispirata a quella che nel vecchio film Matrix permetteva ai ribelli di imparare in poco tempo quantità spropositate di roba, trattando il cervello come un hard-disk. L’obiettivo era di riempire il cervello di qualche volontario con un fracasso di teorie scientifiche moderne e vedere cosa ne usciva. Numerosi tentativi di analisi e sintesi erano già stati fatti in questo senso con l’utilizzo di super-computer e algoritmi in grado di estrapolare le strutture interne di teorie scientifiche diverse per confrontarle e ricavarne similitudini e differenze. Non era mai uscito nulla, perché a quanto pareva il cervello funzionava in modo migliore di un computer: se il computer possedeva due informazioni in memoria che ad un essere umano potevano sembrare in qualche modo connesse, magari perché entrambe portavano alla mente il colore verde, la macchina non riusciva ad evidenziarne il carattere comune in quanto andava ad analizzare aspetti completamente diversi di quei file, come per esempio la struttura matematica o la simmetria. In pratica, non era ancora stato formulato l’algoritmo che simulava perfettamente il processo cerebrale dell’analogia, oppure, ancora più alla lontana, il computer non aveva fantasia, non era dotato di una “visione a colori” delle informazioni: andava a sviscerare la struttura nascosta anche quando la risposta stava in superficie.
K-B-M, definiti eroi da numerose riviste molto prima del termine dei lavori di preparazione dell’esperimento, si fecero prendere dalla smania e caricarono nella testa di un giovane fisico neolaureato di 27 anni, la migliore promessa indiana (e quindi mondiale) del 2088, tutte le teorie fisico-matematiche elaborate fino a quel momento. Il tempo di trasferimento previsto dei file (che compressi occupavano un totale di 10,7 Yobibyte) era di circa un anno. Purtroppo dopo due mesi di intensi upload, la cavia perse il controllo e, in preda ad un attacco di panico, si uccise nel bagno del fast-food accanto al laboratorio. I tre eroi persero un po’ di credibilità e abbassarono le loro ambizioni: decisero di caricare solo le teorie matematiche nelle testoline di altri tre geni indiani. L’upload fu terminato in soli tre mesi, senza alcun incidente e con il morale dei soggetti abbastanza stabile. Al termine dell’upload, i matematici indiani avevano difficoltà a riconoscere le persone, anche i famigliari, gli amici e gli scienziati-eroi che erano stati al loro fianco per tre mesi. Due di loro soffrivano di allucinazioni ed erano fotosensibili. Il terzo aveva apparentemente perso la vista. Ma soprattutto nessuno dei tre voleva comunicare, con nessuno e in nessun modo. Se lasciate sole in una stanza, le cavie si ignoravano, chiudendosi a riccio con la testa tra le gambe. Non emettevano suoni di alcun tipo. Le loro personalità erano implose all’interno dei loro cervelli, oppure le nuove informazioni avevano inghiottito tutto il resto. K-B-M, poiché continuavano a non fornire risultati, erano stati dimenticati dalla comunità scientifica. Essi decisero di trattenere le cavie a tempo indeterminato per osservare eventuali sviluppi. I parenti delle “vittime” protestarono, fecero causa agli scienziati, invocarono l’intervento del sovrano degli Stati Riuniti e perfino del Papa. In breve, i giornalisti alzarono un polverone contro la perdita di controllo della scienza e l’opinione pubblica rimase indignata alla scoperta di quanto era avvenuto. Nessuno capiva cosa si aspettavano di ottenere i tre scienziati pazzi: cosa dava loro il diritto di distruggere la vita a dei poveri ragazzi? K-B-M provarono a sostenere che le cavie erano volontarie: avevano firmato un contratto in cui erano stati elencati chiaramente tutti i possibili rischi dell’operazione. La gente comune odia da sempre questo genere di discorsi, perché i contratti sono la cosa più infida del mondo. K-B-M vennero condannati a morte. Qualche sfrontato la definì una mossa populistica e venne ucciso a sua volta. Sul momento di essere rilasciata, una delle tre cavie riprese a parlare, seppur recitando solo formule astratte, che nessuno riusciva a comprendere. Dopo che la testa degli scienziati pazzi fu recisa e la giustizia ebbe trionfato, altri tre scienziati riunirono gentilmente le cavie indiane, che nel frattempo avevano tutte ripreso a parlare, e le fecero comunicare fra loro. In breve tempo i tre miracolati sistemarono tutte le magagne dell’analisi, della topologia, della logica, della statistica. Il dilemma dei numeri primi si sciolse come neve al sole, le congetture di chiunque vi venga in mente furono approvate o confutate come se fossero barzellette. Non vi potete immaginare quanto diavolo erano semplici le soluzioni alle equazioni di Navier-Stokes. I tre scienziati usurpatori si erano annotati ogni cosa. Lobotomizzarono le tre cavie in modo che perdessero completamente ogni senso di vita e si spartirono le dimostrazioni. Decisero anche di centellinare le pubblicazioni in modo da non insospettire nessuno. In tre anni vinsero tutti la medaglia Fields e divennero delle celebrità. Pensarono di riprovare l’esperimento di K-B-M con le teorie fisiche, ma il 13 agosto 2093 iniziò il secondo diluvio universale e il genere umano si estinse.
Da allora regna incontrastata la pace.

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14 risposte a La pace

  1. utente anonimo ha detto:

    Mi ha divertito! Belle certe idee…cosa stai leggendo in questo periodo per essere arrivato a tali lidi 😉 ?
    Effettivamente c'e' poca fantascienza che ironizzi sull'estrema settorialita' che ha raggiunto la scienza oggi…pero', come in A serious man, alla fine, dopo tanto affannarsi, arriva il diluvio e tutti a casa!
    F.

  2. Tonyo ha detto:

    In questo periodo sto leggendo Lolita, quindi roba completamente diversa (e abbastanza pallosa).
    Sono arrivato a tali lidi grazie alla fisica delle particelle.
    Il diluvio è quello che ci meritiamo, direi. O comunque il modo più rapido ed efficace per terminare una storia.

  3. utente anonimo ha detto:

    Magari un diluvio! Io temo purtoppo una lenta selezione silenziosa sempre più feroce.
     
    Complimenti, mi è piaciuto, molto.
     
    L.

  4. Tonyo ha detto:

    Grazie!
    Per la selezione stai tranquilla, i medici saranno gli ultimi a morire!

  5. utente anonimo ha detto:

    Servirebbe a me in questo momento una memoria da 10,7 Yobibyte!
    Anche se non penso tu sia un tipo da fantascienza, sembri quasi reduce da una sconvolgente lettura di Asimov!
    Divertente, bel lavoro!

    DdT

  6. Tonyo ha detto:

    Grazie!
    Come ho già detto è tutto merito delle particelle "elementari".

  7. utente anonimo ha detto:

    Sto ancora ridendo per il nome dell'ingegnere!
    Comunque proprio carino, il raccontino…dai entoni, vinci il disgusto che provi per la science fiction e buttatici a capofitto, le idee spaziali non ti mancano, e poi magari, di tanto in tanto, scrivi reservoir e sei a posto…

    A proposito di disgusto, lo sapevi che la vita è unammerda??:
    http://www.youtube.com/watch?v=_HpSGDINNiQ (ultimo video postato sulla pagina fan della scogliera – e, sempre rimanendo in tema aggiornamenti della pagina fan, ho cambiato i tuoi interessi personali da "Ior Mader" a "Auz Miusik" e l'indirizzo mail da "perlaleggediguy-lussac…@hotmail.it"
    a "cazzoinculononfafiglimafamaleselopigli@hotmail.it". Concordi?)

    Cari baci!

    Mr. H.

  8. Tonyo ha detto:

    Grazie per avere condiviso il Truce, che fra parentesi ma non troppo ha una cazzo di base ritmica!
    Grazie anche per continuare a gestire la pagina fan, che immagino abbia centinaia e centinaia di iscritti oramai. Con i video del Truce, poi, come si fa  a resistere?

  9. utente anonimo ha detto:

    I FAN si contano a migliaia, altrochè centinaia!
    Notte nottina.

    Mr. H

  10. utente anonimo ha detto:

    Spero ti possa tornare utile la prossima volta che vai a fare delle  campagne di monitoraggio microbiologico delle superfici alla UNIBON:

    Per il campionamento dovrebbero essere scelti ad esempio: dispositivi di sterilizzazione per coltelli, giunzione lama-manico di coltelli, coltelli cavi per il dissanguamento, pinze, vasche di scottatura, insaccatrici, tavolo di raschiatura/uncinamento per suini, lame, lame di seghe, strumenti per la scuoiatura dei bovini, strumenti di lavorazione delle carcasse, spazzolatrici, contenitori per il trasporto, convogliatori a catena, grembiuli, tavole da taglio, porte a battenti sfiorate da carcasse in transito, scivoli per organi digestivi, parti delle linea di produzione in contatto con carcasse, strutture sopraelevate che possono lasciar gocciolare umidità.

    Di niente.

    Mr. H.

  11. utente anonimo ha detto:

    Credo sia giusto e soprattutto dovuto che segnali i miei preferiti, caro H. :

    -porte a battenti sfiorate da carcasse in transito
    -scivoli per organi digestivi
    -coltelli cavi per il dissanguamento

    Rigorosamente in ordine di preferenza.

    T.

  12. utente anonimo ha detto:

    Caro T., grazie del tuo parere. La tua top3 è uguale uguale alla mia.
    Un bacio. Sensa picante, sensa scipola.

    Mr. H.

  13. utente anonimo ha detto:

    @ Tonio:

    Spero ti possa interessare:

    http://www.youtube.com/watch?v=SqePeOddCR8

    Digitando ignorantemente "Universal Deluge" su UTube non ho trovato granchè, se non questo:

    http://www.youtube.com/watch?v=Jn3_TRgX1nk

    Mr. H.

  14. Tonyo ha detto:

    Molto buoni entrambi i videi. gnam

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